Il Mose: un esempio per il resto del mondo
Delegazioni internazionali a Venezia per studiare la soluzione italiana per affrontare l’aumento della frequenza delle alte maree
Il mondo guarda al Mose, il sistema di barriere mobili per la salvaguardia della laguna di Venezia, con l’obiettivo di scoprire il funzionamento della più grande opera di ingegneria idraulica mai costruita prima.
Il modello Mose, totalmente made in Italy, interessa soprattutto i Paesi con analoghi problemi di sicurezza legati ai processi di subsidenza ed eustatismo (abbassamento delle zone costiere e innalzamento del livello del mare).
Il know-how di progettazione e realizzazione delle dighe mobili che salveranno Venezia dall’acqua alta è completamente esportabile perché può coprire il più ampio spettro di problematiche ambientali; dalle conseguenze dovute al cambiamento climatico al contenimento dell’impatto paesaggistico. Le barriere del Mose, infatti, sono completamente invisibili perché adagiate sul fondo del mare e sono rese compatibili con il sistema naturale che governa lo scambio mare-laguna.
Dopo l’interesse statunitense, culminato negli incontri dei vertici del Consorzio Venezia Nuova a New York (2013 e 2014), nei prossimi giorni una delegazione di cui faranno parte alcuni Ministri del Governo indonesiano (18 settembre) visiterà i cantieri di Lido e di Malamocco con l’obiettivo di valutare la soluzione italiana per una grande opera da realizzare a Giacarta. La capitale dell’Indonesia soffre, infatti, di subsidenza proprio come Venezia e gli asiatici intendono porvi rimedio costruendo un’enorme “laguna artificiale” in grado di proteggere la città – costruita in gran parte sulla costa – dagli allagamenti.
Venezia sarà una delle tre tappe di scouting di un modello per Giacarta che gli indonesiani faranno in Europa: le altre tappe sono Rotterdam e Londra.
Nelle prossime settimane sarà la volta di delegazioni governative e imprenditoriali dal Marocco, dal Kuwait e dalla Cina; segno che il modello Mose può aggiungersi ai campioni italiani dell’export in particolare quello intellettuale e dell’ingegno che ci distingue.
Il Mose, con le sue caratteristica uniche – capacità di collocarsi in armonia con il paesaggio essendo invisibile, interamente subacqueo, e attivato da cicli naturali di aria-acqua – rappresenta un articolato intervento di “ingegneria ambientale” unico, il cui valore aggiunto è testimoniato anche dal poderoso recupero e risanamento idrogeologico già attuato nella laguna di Venezia (laboratorio naturale, in scala 1:1), che può essere promosso nel mondo come una delle più talentuose espressioni dell’ingegno nazionale, una risposta di eccellenza alle sfide imposte dal cambiamento climatico e un’occasione irripetibile per fruttare uno straordinario indotto di lavoro per il sistema-Italia, contribuendo alla crescita economica e all’occupazione.
In concomitanza all’arrivo delle delegazioni internazionali sarà data una nuova occasione ai giornalisti di visitare i cantieri del Mose: una delle ultime opportunità prima della totale immersione dell’opera che avverrà a metà ottobre.
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Venezia, 12 settembre 2014
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