Cenni storici
All’Arsenale la Serenissima costruiva le navi della propria flotta, mercantile e da guerra. Qui era il cuore della sua potenza commerciale e militare. Il primo “nucleo” dell’Arsenale, insediato in corrispondenza della Darsena Vecchia, risale, indicativamente, all’inizio del XIII secolo. Nei secoli immediatamente seguenti a esso si aggiunsero il complesso dell’Arsenale Nuovo (primi del ‘300), l’area dell’Arsenale Novissimo (tra ‘400 e ‘500) e la darsena delle Galeazze (‘500) con i rispettivi bacini acquei difesi da alte mura. Le nuove aree venivano via via dotate di “fabbriche” e infrastrutture come banchine, scali, cantieri, magazzini, edifici o spazi attrezzati per una molteplicità di lavorazioni complementari (officine, corderie, armerie, forni, ecc.).
L’Arsenale divenne presto la prima industria di Venezia e già nel ‘400 occupava centinaia tra tecnici, artigiani e operai (i cosiddetti “Arsenalotti”), secondo un’organizzazione del lavoro molto specializzata che consentì una produzione straordinaria sorretta da un’efficientissima capacità gestionale. Nei secoli seguenti il declino della Serenissima comportò anche il progressivo declino dell’Arsenale che aveva cominciato a manifestare una serie di limiti rispetto ai nuovi modelli produttivi e alle dimensioni crescenti delle navi.
Nel 1797 i Francesi occuparono Venezia e l’Arsenale conobbe il momento più tragico quando venne saccheggiata e semidistrutta dalle truppe straniere, prima della cessione della città all’Austria. Nel successivo alternarsi delle dominazioni austriache e francesi, ricominciarono le ricostruzioni e gli ampliamenti, pur se in modo discontinuo, con l’obiettivo di adeguare spazi e modalità costruttive alle esigenze della moderna marineria, ormai orientata verso le grandi navi in ferro con propulsione a vapore. Dopo l’annessione di Venezia all’Italia (1866) si ripropose l’Arsenale come base navale strategica per l’Adriatico.
La “fame” di spazi portò all’ultimo grande ampliamento nella zona di nord - est dove si costruirono i 3 attuali bacini di carenaggio. Nella seconda metà del XIX secolo si procedette anche alla realizzazione della darsena Grande, smantellando la striscia di terreno, con i relativi cantieri, che prima divideva la darsena Nuova dalla darsena Nuovissima, ora unite in un unico specchio acqueo. Tuttavia, il progetto di un nuovo Arsenale finì dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. Nel periodo successivo, infatti, l’Arsenale subì un inesorabile declino, durato per alcuni decenni, con il graduale abbandono di molti spazi e il drastico ridimensionamento delle attività della cantieristica.
1 Darsena Vecchia - 2 Darsena Nuova - 3 Tese della Novissima - 4 Darsena delle Galeazze - 5 Torre di Porta Nuova - 6 Celestia - 7 Bacino piccolo e bacino medio - 8 Bacino grande - 9 Casermette
Le tese della Novissima dopo i restauri
Il Jack-up, mezzo per la manutenzione delle paratoie, nel bacino grande
L'Arsenale oggi
L’attuale configurazione geografica e spaziale dell’area è il risultato della progressiva espansione dell'Arsenale, avviata a partire dall’inizio del XIII secolo e conclusasi nei primi decenni del ‘900. Il nome particolare di alcuni edifici è dovuto alle attività che vi si svolgevano. Nell’ambito dell’Arsenale nord, in cui opera il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, si distinguono tra l’altro, il comparto di impianto cinquecentesco delle “Tese della Novissima” cui si aggiungono i caratteristici bacini di carenaggio realizzati tra’800 e ‘900 e i relativi spazi per la cantieristica.
Conservazione e innovazione
A partire dai primi mesi del 2000, il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto, in amministrazione diretta o attraverso il Consorzio Venezia Nuova, ha avviato un programma di interventi per la messa in sicurezza e il restauro degli edifici dell’Arsenale nord, oggi quasi ultimato. Gli interventi, che hanno comportato l’impegno di rilevantissime risorse in termini economici e operativi, hanno fatto fronte a una condizione generale di grave degrado delle strutture architettoniche. Decenni di abbandono e incuria, infatti, avevano provocato il deterioramento delle murature, diffusi dissesti e, in certi casi, il crollo di alcune parti strutturali. Le attività del Provveditorato Interregionale e i numerosissimi interventi eseguiti hanno consentito di salvaguardare un patrimonio storico e monumentale di straordinaria valenza e hanno creato le necessarie premesse per un più generale programma di recupero e riuso dell’area, reso possibile grazie alla sinergia delle Istituzioni e degli Enti interessati. Nell’ambito di questo programma di recupero, il Provveditorato Interregionale ha progettato di insediare all’Arsenale nord quello che viene ormai definito il “cervello del Mose”, facendo così della salvaguardia di Venezia e della laguna anche una grande occasione di innovazione, sviluppo compatibile e occupazione qualificata. A questo scopo, è stata formalizzata nel 2006 la concessione al Consorzio Venezia Nuova di un’ampia porzione dell’Arsenale nord per la realizzazione delle attività connesse alla manutenzione e alla gestione e del Mose e al controllo dell’ecosistema.
Recupero del patrimonio edilizio
Il programma di interventi realizzato è finalizzato alla messa in sicurezza e il restauro degli edifici dell’Arsenale nord oltre che delle mura perimetrali e di parte delle rive. Gli interventi sugli edifici hanno interessato sia i fabbricati storici, dove si costruivano e si attrezzavano le navi della Serenissima, sia i fabbricati di epoca più recente, nell’area dei bacini di carenaggio. Soprattutto per quanto riguarda gli edifici riconducibili al XVI secolo (tese della Novissima, tese alle Nappe, tese di San Cristoforo) si è trattato di interventi particolarmente complessi in cui rilevanti lavori di ripristino strutturale sono andati di pari passo con delicati lavori di restauro conservativo. Gli interventi eseguiti negli ultimi anni attraverso il Consorzio Venezia Nuova si aggiungono a quelli che il Provveditorato Interregionale aveva già realizzato, in amministrazione diretta, negli anni ’90 del ‘900 nella parte sud dell’Arsenale, di pertinenza della Marina Militare. Proprio per la delicatezza delle aree di intervento, la singolarità dei luoghi e la rilevanza del contesto monumentale, la progettazione dei lavori è proceduta sulla base di un articolato programma di rilievi e indagini che ha permesso di definire un quadro completo e aggiornato dello “stato di fatto”. Le attività hanno consentito di ricavare un amplissimo patrimonio di dati indispensabile per una lettura analitica delle singole aree che ha chiarito le modalità e le tecniche costruttive originarie e fornito gli elementi conoscitivi necessari per mettere a punto le opportune soluzioni esecutive relative a ciascun progetto.
Infrastrutturazione e nuove funzioni
Gli interventi per il recupero e restauro del patrimonio edilizio dell’Arsenale nord hanno creato le condizioni per consentirne il riutilizzo con l’insediamento, sia negli antichi edifici che nell’area della cantieristica, di nuove funzioni compatibili e congruenti con la storia del luogo. In particolare, si sta organizzando all’Arsenale nord il “quartier generale” del Mose con il centro operativo delle attività di controllo e gestione delle barriere mobili per la difesa dalle acque alte.
La funzione “gestione e monitoraggio” comprende: la previsione delle maree, il monitoraggio e il controllo dell’ambiente lagunare, la pianificazione e supervisione delle procedure per l’esercizio delle barriere, la gestione delle manovre delle paratoie, il controllo della costruzione dell’opera.
Per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia
Concessionario Consorzio Venezia Nuova
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