Le barriere sul Tamigi a Londra
Le barriere sulla Schelda in Olanda
Le barriere della Maeslant a Rotterdam
La barriera di Ijsselmeer in Olanda
Il Mose e le altre barriere nel mondo
Lo scrive il Sole 24 Ore: "Il sistema di paratoie a scomparsa va completato perché l'alternativa alle dighe mobili è fare come si è fatto in Olanda, alla foce della Schelda e per proteggere Amsterdam, oppure come la Thames Barrier che chiude alle acque alte la foce del Tamigi in Inghilterra. Il Tamigi è traversato da una barriera alta come un edificio di sei piani che chiude i portelloni quando il mare minaccia di allagare l'entroterra. La foce della Schelda è un delta in cui confluiscono anche il Reno e la Mosa. Per dimensioni, l'opera di sbarramento è simile al Mose di Venezia. Chilometri di lunghezza, cassoni enormi di calcestruzzo, fondazioni profonde. Serve a salvare dalle alluvioni Rotterdam e i polder dell'Olanda. Il Mose non si può fare come gli sbarramenti olandesi, chilometri di filari di pilastri enormi di cemento armato che sostengono migliaia di chilometri quadri di paratoie d'acciaio che chiuderanno la vista per generazioni. Invece il progetto di Venezia dev'essere invisibile." Il Mose serve a far durare Venezia qualche secolo, quando ci saranno tecnologie migliori e definitive.
Dalle dighe mobili sul Tamigi a Londra (Inghilterra), a quelle sulla Schelda e a Rotterdam (Olanda), a quelle di San Pietroburgo (Russia) e, recentemente, di New Orleans (USA), nel mondo sono già in funzione numerose barriere mobili per la difesa dal mare e il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto è partner fondatore dell’International Network for Storm Surge Barrier Managers, l’organizzazione degli Enti pubblici che dal 2006 si riunisce regolarmente per lo scambio di conoscenze ed esperienze per un’efficiente gestione integrata e un’efficace manutenzione degli sbarramenti. Lo scambio di dati e informazioni con tecnici e amministratori di altri Paesi ha offerto significativi elementi nell’ambito della realizzazione del Mose e della pianificazione del suo funzionamento. Contemporaneamente, le speciali conoscenze sviluppate a Venezia in relazione alle opere alle bocche di porto (in termini di sistemi costruttivi, principi funzionali, programmazione delle manutenzioni, opzioni gestionali, ecc.) hanno suscitato un grande interesse internazionale per la possibilità di impiego di dispositivi simili in altre aree del mondo a rischio di inondazioni. Il Dipartimento di difesa costiera del Giappone, per esempio, sta valutando l’impiego di paratoie a ventola, simili a quelle adottate a Venezia, per le imboccature dei porti di Tokyo e Kobe allo scopo di ridurre i danni degli tsunami. Rispetto alle altre barriere, quelle di Venezia presentano caratteristiche davvero speciali, come la rapidità di chiusura (solo 30 minuti); le minime interferenze ambientali (nessuna riduzione del flusso mareale quando il sistema non è in funzione); la possibilità, per navi o altre imbarcazioni, di transitare tra mare e laguna anche con le paratoie sollevate, grazie alle conche di navigazione. Il Mose in generale, e il sistema di gestione delle paratoie in particolare, si ispirano al principio di modularità e integrazione dei componenti e dei processi per cui, ad esempio, invece di usare una grande paratoia come a Rotterdam (che richiede alcune ore per essere azionata) si è scelto di utilizzare schiere con numerose paratoie più piccole e completamente indipendenti tra loro. Inoltre, a differenza di altre barriere con automazione molto spinta, a Venezia il sistema in automatico propone solo la cadenza temporale di sollevamento e abbassamento delle paratoie, ma è il responsabile del Centro operativo di gestione che (come ampiamente spiegato nel seguito) decide confermando o meno la manovra proposta in base alle rilevazioni, in continuo, dei dati meteomarini.
L’Italia con il progetto MOSE è stata inserita tra i paesi membri del network internazionale di gestori di barriere mobili: I-STORM “International Network for Storm Surge Barrier Management”. L’I-STORM è un network a cui partecipano Inghilterra, Italia, Olanda, Russia, Germania e Stati Uniti d’America (Louisiana – New Orleans) e il cui obiettivo fondamentale è la condivisione delle informazioni, delle esperienze e delle buone pratiche (sia in fase di esercizio che di costruzione) tra i gestori delle varie barriere dei paesi associati. Ogni anno è stato organizzato un incontro generale durante il quale i rappresentanti delle diverse barriere si incontrano per discutere questioni di reciproco interesse, in cui vengono acquisiti e scambiati dati e informazioni che diventano patrimonio comune e condiviso. Si tratta dunque di un esempio di dialogo tra Paesi diversi ma accomunati dal problema della difesa del territorio dalle acque, oltre che di un importante strumento di accrescimento di conoscenze e competenze.
Link esterni
Le barriere sul Tamigi a Londra in Inghilterra
Lo sbarramento di tempesta sul Tamigi a difesa della città di Londra
Le barriere sulla Schelda in Olanda
Il Delta Plan e lo sbarramento di tempesta della Schelda orientale
Le barriere della Meslant a Rotterdam in Olanda
La barriera di Ijlseemer in Olanda
Per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia
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