L’ecosistema lagunare
Tre unità territoriali strettamente connesse dai reciproci scambi
Laguna, bacino scolantee Alto Adriatico
La laguna con i suoi 550 km2 di superficie è la più vasta zona umida del Mediterraneo. È divisa dal mare da un cordone litoraneo che si sviluppa per 60 km dalla foce dell’Adige a quella del Piave, interrotto dalle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia. All’interno del bacino lagunare Venezia, Chioggia e oltre 50 isole; circa 40 km2 di barene naturali (terreni bassi sull’acqua, coperti da vegetazione alofila); una rete di canali di 1500 km che assicura la propagazione della marea. La profondità media della laguna è di 1,2 m.
Il bacino scolante è quella parte di terraferma che convoglia le acque piovane e fluviali in laguna. Ha una superficie di circa 2000 km2. È attraversato da una rete idrica di oltre 2500 km che riversa in laguna, attraverso 27 sbocchi, circa 2,5 milioni di m3 di acqua al giorno e circa 30.000 m3 di sedimenti all’anno. Il 70% del territorio è destinato a uso agricolo.
Il volume medio giornaliero di acqua scambiata tra laguna e mare, due volte al giorno, è di 400 milioni di m3. L’escursione media della marea in laguna è di circa 1 metro. Il livello della marea è soggetto a importanti variazioni, per fattori astronomici e meteorologici.
Elementi costitutivi
Le barene, assieme alle velme e ai bassifondali, costituiscono uno degli ambienti più caratteristici ma anche più fragili dell’ecosistema lagunare. Sono soggette a variazioni di superficie a seconda delle quantità di materiali (limo, sabbia e altri sedimenti) che perdono o acquistano. Se viene a mancare l’equilibrio tra il processo di consolidamento e quello di erosione, le barene rischiano di scomparire: questo fenomeno è certamente in atto da più di un secolo. Dai primi decenni del XIX secolo a oggi si è passati da 115 kmq di barene a 40 kmq
La laguna è solcata da una articolata rete di canali che si sviluppano a partire dalle bocche di porto e che hanno una estensione complessiva di circa 1500 km. Essi permettono il flusso e riflusso dell’acqua, assicurando il ricambio idrico con il mare necessario alla stessa sopravvivenza della laguna, e consentono la navigazione interna sia alle piccole imbarcazioni tradizionali che (nel caso dei canali maggiori) alle naviLe casse di colmata, localizzate a sud del porto industriale, sono isole artificiali, formate negli anni '60 con il materiale proveniente dallo scavo del canale dei petroli, realizzato per consentire l'accesso delle navi al porto industriale di Porto Marghera. Furono create in previsione di un'ulteriore espansione, mai avvenuta, della zona industriale. Hanno forme geometriche e si estendono su una superficie complessiva di 11,36 kmq, in precedenza occupata da barene. La costruzione delle casse di colmata ha provocato una drastica riduzione della quantità e qualità del ricambio idrico tra la "laguna viva" e gli specchi d'acqua alle spalle delle casse di colmata stesse
Le isole coprono (escludendo le isole litoranee) l'8% della superficie totale della laguna. Nel corso dei secoli gli abitanti della laguna hanno attribuito alle isole funzioni diverse e articolate: sono state sedi militari, conventuali, ospedaliere. Alcune sono oggi completamente abbandonate
Il cordone litoraneo si estende per un totale di circa 60 km. Da nord a sud, sono considerati parte del sistema dei litorali: il litorale di Jesolo, del Cavallino, del Lido, di Pellestrina, di Sottomarina (fino al fiume Brenta) e quello di Isola Verde
Le bocche di porto sono i varchi nel cordone litoraneo attraverso cui le acque della laguna sono in continuo rapporto con quelle del mare. Nel passato, le bocche erano più numerose. Attualmente sono tre, definite dalla costruzione dei moli: da nord a sud, la bocca di Lido (la più larga: misura 800 metri); poi quelle di Malamocco e Chioggia (larga ciascuna circa 400 metri)
Caratteristiche delle lagune dell'Alto Adriatico, le valli da pesca sono aree lagunari separate dalla laguna aperta mediante arginature che ne determinano l'esclusione dai flussi e riflussi di marea. Sono bacini poco profondi di acque salse e salmastre e costituiscono ambienti molto particolari che, fin da tempi antichissimi, sono stati attrezzati per l'itticoltura e talvolta per la caccia
Uso del suolo
Il bacino scolante
Il mare Adriatico
Quando è luna nuova, il sole e la luna sono allineati e le loro azioni attrattive si sommano. L’ellissoide formato dal mare è molto allungato.
Mano a mano che dalla luna nuova si passa al primo quarto, il sole e la luna si mettono progressivamente in quadratura rispetto alla Terra. Le due forze di attrazione tendono a porsi l’una perpendicolare all’altra. In queste condizioni l’effetto delle due forze è minore e l’ellissoide diventa più tozzo.
Andando invece verso la luna piena le due forze attrattive tendono ancora ad allinearsi e quindi a sommarsi, dando di nuovo luogo a un ellissoide allungato.
L’ellissoide torna a essere più tozzo nel passaggio da luna piena a ultimo quarto, quando cioè le forze dei due corpi celesti tornano a essere perpendicolari tra loro.
In definitiva, per un osservatore fisso l’oscillazione della marea non è costante, ma nell’arco di un mese lunare conosce due massimi, maree di sizigie, e due minimi, maree di quadratura, chiamati “morti d’acqua”.