Mose, le vicende del passato non devono fermare l’opera
In relazione alle odierne notizie riguardanti inchieste giudiziarie, il Consorzio Venezia Nuova
prende atto, con la serenità e la trasparenza che gli deriva dalla discontinuità già pienamente realizzata lo scorso anno, che si tratta del proseguimento del lavoro svolto dalla Procura di Venezia, che vede lo stesso Consorzio come parte offesa;
afferma di conseguenza la propria estraneità, in quanto concessionario, ai fatti oggetto delle indagini in corso e ribadisce la propria completa disponibilità e il proprio interesse a collaborare pienamente con tutte le autorità preposte affinché si faccia piena luce nella più totale trasparenza;
esprime piena fiducia nell’operato della Magistratura;
conferma l’avvenuta discontinuità, a partire dall’estate del 2013, rispetto alla governance precedente, tradottasi nel ricambio dei vertici, nella distinzione dei ruoli di Direttore Generale e Presidente, in passato facenti capo alla stessa persona, nel dichiararsi formalmente “parte offesa” nell’ambito dell’inchiesta del febbraio 2013, nell’avvio di una attività di due diligence, nel rinnovo dell’organismo di Vigilanza, nella revisione delle spese per consulenza, contratti e sponsorizzazioni;
auspica che saranno tenute distinte in tutto e per tutto dall’opera eventuali responsabilità personali che dovessero essere accertate;
ribadisce che quale esecutore del Mose ha come sua unica mission consegnare in tempi certi, e a prezzo chiuso, rimasto invariato dal 2005, l’opera che salverà Venezia dalle acque alte;
sottolinea che, nella sua veste di concessionario, il Consorzio si atterrà scrupolosamente alle direttive del Governo, titolare della proprietà dell’opera.
Inoltre, il CVN sente il dovere di affermare con forza che debba essere respinto qualunque eventuale tentativo di fermare il Mose, un’opera che ad oggi ha superato l’80% del suo completamento, ed è ormai totalmente finanziata.
Va dunque difesa da tutti, con coraggio e lungimiranza, un’opera unica, frutto della genialità e dell’eccellenza italiana, che il mondo già guarda con interesse e che l’Italia potrebbe esportare per poterla realizzare anche altrove. Un’opera la cui straordinarietà si lega alla piena sostenibilità ambientale, assicurata da un sistema “ad immersione” che permette la difesa e il rispetto di un ecosistema la cui bellezza è universalmente riconosciuta. Sulla quale, non possono e non debbono ricadere eventuali responsabilità individuali.
Infine, il CVN ritiene che nell’attuale situazione debba responsabilmente continuare a svolgere il proprio compito. Che nel caso specifico è rispettare il mandato del concedente, lo Stato, e consegnare agli italiani uno strumento indispensabile per salvare Venezia e l’intera Laguna, patrimonio Unesco, dalle calamità. Questa è e sarà la sua unica preoccupazione.
Venezia, 4 giugno 2014