Posata la prima paratoia di Malamocco
Ieri, martedì 21 febbraio, è stata avviata l’installazione della barriera del Mose alla bocca di porto di Malamocco, con la posa della prima paratoia delle 19 che compongono questa schiera.
Si tratta della seconda barriera delle 4 previste dal sistema di difesa dalle acque alte (la prima a Lido nord è già ultimata).
Le paratoie di Malamocco sono lunghe 29,5 metri, larghe 20 metri e alte 4,5 metri e sono le più grandi di tutto l’impianto di dighe alle tre bocche di porto della laguna di Venezia.
Le operazioni di affondamento sono molto delicate: la paratoia deve raggiungere la profondità di -14 metri e viene calata mediante un “telaio pescatore” posto sul mezzo di installazione. Giunta a contatto con l’acqua, la paratoia inizia a riempirsi in modo controllato e calibrato fino all’innesto dell’elemento maschio della cerniera, fissato alla paratoia, sull’elemento femmina, solidale al cassone. Tale operazione, particolarmente delicata, rispetto a quanto già eseguito a Lido Treporti, in considerazione della profondità di posa e, conseguentemente delle pressioni in gioco, si conclude con il tensionamento del sistema cerniera.
La posa della prima paratoia, conclusasi con successo nella giornata di ieri, è stata anche un banco di prova che ha permesso sia di dimostrare la validità dei tanti sistemi messi a punto per eseguire in sicurezza le operazioni, sia di tarare i suddetti sistemi rispetto alle condizioni specifiche affrontate, in termini di velocità della corrente, di profondità del cassone di appoggio e delle condizioni meteomarine, il tutto in soggezione di traffico marittimo. Per tutta la giornata, il traffico delle navi attraverso la bocca di porto è stato regolamentato e gestito in modo coordinato alle operazioni di affondamento grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto che ha autorizzato il passaggio delle navi a velocità minima, in costante contatto con i Piloti e con il supporto dei Rimorchiatori.
In particolare, inoltre, questa prima installazione ha richiesto un tempo più lungo di quanto previsto a regime per permettere la taratura e la verifica delle specifiche strumentazioni utilizzate per controllare:
– l’inserimento dell’elemento maschio nel cono femmina mediante telecamere subacquee speciali;
– i dati di posizione planimetrica ed altimetrica del telaio pescatore, misurati con precisione submillimetrica;
– i dati di carico sugli strand jack che assicurano la paratoia al telaio;
– la velocità della corrente mediante ADCP appositamente installato a centro canale
Tutti i dati sono visualizzabili dai tecnici in tempo reale mediante un software di controllo appositamente sviluppato, che ha permesso il continuo coordinamento delle diverse fasi di posa con la possibilità di correzione immediata di ogni manovra.
Prima della posa delle paratoie, inoltre, un’accurata ispezione subacquea ha permesso di verificare l’ottimo stato di conservazione degli elementi femmina, anche rispetto al paventato attacco corrosivo.
L’intero intervento di installazione delle paratoie è stato pianificato e coordinato dai tecnici della consorziata COMAR, insieme alla Direzione lavori ed ai responsabili della sicurezza, tenendo conto dei vincoli imposti sia dall’ambiente in cui si opera sia dal traffico marittimo in entrata e uscita, particolarmente intenso in questa bocca.
Le operazioni di posa paratoia coinvolgono un team integrato, costituito da diversi gruppi di lavoro interfacciati e coordinati tra loro, con l’apporto di imprese specializzate nei vari settori interessati, quali: Fagioli S.p.A. per il trasporto ed affondamento paratoia, FIP Industriale S.p.A. per la gestione del telaio pescatore e l’aggancio cerniera, Nautilus srl per l’assistenza subacquea, Sertech srl per l’assistenza impiantistica, Te.Ma. srl per l’assistenza topografica, Agisco srl per l’assistenza strumentale, SitmarSub srl per la vigilanza marittima.
Oggi continuano in cantiere le operazioni per la posa della seconda paratoia, che sarà installata nei prossimi giorni in posizione adiacente alla prima.
22 febbraio 2017